dato che il tema sembra sia ritornato di moda,
azzardo uno spiegone tecnico/informativo
Cerco di spiegare quello che
credo di aver capito in materia
per cui qualsiasi obiezione fondata è non solo accetta ma espressamente richiesta
Un monoammortizzatore sono due "macchine" in una:
- l'ammortizzatore che dissipa la cinetica sia in compressione che in estensione;
- la molla, che invece si carica in compressione per poi restituire tutta la cinetica accumulata con l'estensione;
la molla sostiene, il corpo ammortizza.
La molla di norma è lineare: tot kg = tot mm di compressione
(altra grandezza "innata" è la velocità con cui si deforma, la curva;
la molla si deforma sotto tot carico in grazia al diametro del materiale,
diametro e numero delle spire in rapporto alla lunghezza complessiva ne determinano i tempi di reazione per la compressione)
che significa che se precarico la molla di tot mm, questa non si comprimerà ulteriormente
finché l'eventuale carico non supererà la soglia impostata,
ma anche che in estensione il precarico s'aggiungerà al carico quanto ad energia rilasciata:
esagero col precarico, prima è di legno e poi, una volta attivata, salta;
ragione percui in generale gli ammo sono più frenati (e offrono più spesso la possibilità di regolazione)
in estensione che non in compressione.
L'ammortizzatore in quanto tale anche solo in base agli shims, senza cioè considerare ulteriori eventuali regolazioni idrauliche,
lavora invece praticamente sempre in maniera progressiva;
questi infatti otturano in parte e in dipendenza dei carichi i canali di flusso;
senza di loro il funzionamento sarebbe assolutamente lineare:
tot mmcubi d'olio passano per tot mmquadrati in tot tempo, cioè con tot velocità,
e modificando uno dei parametri, gli altri cambiano in maniera lineare, su base della densità dell'olio stesso.
In base al carico esercitato sugli shims invece si modifica la superficie di passaggio
modulando il rapporto fra le tre grandezze di sopra in una progressione.
Così un ammortizzatore può reagire "morbido" su piccole escursioni o su movimenti "lenti",
"indurirsi" in maniera però progressiva e pianificata per grossi affondamenti o botte "veloci"
e con rapporti diversi fra compressione ed estensione essendo i pacchi di shims separati e non influenzandosi a vicenda
dato che nel pompante si applicano a canali diversi.
Il tutto in più attivato in base al rapporto di funzionamento dei leveraggi,
anch'essi in realtà lineari e non progressivi ... o almeno non in maniera rilevante fino a moto decisamente più recenti delle nostre.
E qui entrano in gioco le possibilità date dall'utilizzare un ammortizzatore di un altro fabbricato.
Esempio su base di un mono Tuono 1000 R montato su Pegaso Strada:
la molla della Tuono è più rigida con l'occhio alle maggiori velocità raggiungibili su pista,
ma anche pensata per un range molto simile per l'utilizzo su strade aperte
- ricordando che massa per velocità (in realtà accelerazione, ma tant'è ) uguale peso, masse simili a pari velocità caricheranno pesi simili sulla molla -
per cui nel mio/nostro caso ideale, considerando che quella originale per lo Strada è decisamente troppo morbida;
ma grazie al diverso rapporto fra corsa al mono e alla ruota l'idraulica si muove più spesso nel range impostato come "morbido" pensando ad una Tuono 1000:
botte secche come uno scalino nel manto stradale preso a > 200 km/h saranno più l'eccezione che la regola con lo Strada
e a velocità normali il maggiore rapporto ai leveraggi (1:2 sulla Tuono, 1:2.3 sullo Strada, 1:3 sul Trail)
produrrà movimenti al pompante minori e comunque più lenti che non quelli di progettazione.
A parità di carico:
aumentando le masse con passeggero/bagaglio/panza si otterranno naturalmente anche carichi maggiori alla molla (no problem) e al mono:
ma mentre l'originale ne viene "sopraffatto", quello Tuono entra nel range pensato per velocità più alte e semplicemente s'irrigidisce:
più "sostegno", ancora esattamente quello che cercavo col cambio!
Sul Trail, con un rapporto ancora più "sfavorevole" per la ruota, l'effetto è addirittura maggiore:
la molla potrebbe risultare troppo rigida per un uso in off, almeno in solitaria, cosa compensabile fino ad un certo punto con un precarico minore;
ma l'ammortizzatore risulterebbe parecchio più duro in situazioni "limite" come gradoni, grosse buche, serie di cunette o salti
(che richiedono ampi affondamenti in tempi brevi) rendendo almeno in solitaria il posteriore "de legno".
Mentre su una strada bianca, con avvallamenti più dolci e senza grossi sbalzi o ostacoli improvvisi,
offrirebbe nuovamente quel sostegno e quelle riserve in più che possono venir invece meno girando carichi col mono originale.