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Bene bene, finalmente sono riuscito ad andare a provare questa tanto discussa Rivale.
Onestamente quando l’ho vista parcheggiata fuori dal conce, ho pensato che non sia affatto brutta, e l’impressione si e’ consolidata osservandola con attenzione.
Diciamo che non e’ una moto che va guardata solo di lato. La vista migliore e’ quella di tre quarti anteriore, ma anche posteriormente non e’ affatto male se si digeriscono i supporti delle pedane posteriori ad arco.
Di lato effettivamente stonano la grossa pancia che sta sotto la sella, il paramotore dalle forme “approssimative” e l’uscita dell’aria sotto il serbatoio, dalle forme troppo arzigogolate. L’impressione della moto incidentata in effetti, da alcune angolazioni, c’e’, ma osservate le foto e noterete che ha anche un suo “profilo migliore”.
Al momento di salire in sella posso dire di aver pensato a tre aggettivi che descrivono in modo abbastanza esauriente l’impressione avuta: alta, corta, leggera.
Con la mia, non colossale, altezza, tocco in punta di piedi, ma la cosa non e’ affatto un problema, tanto la moto risulta leggera. La sella e’ duretta e rastremata, ma non scomoda. Certo non e’ una tourer, ma la trovo abbastanza accogliente per reggere almeno un centinaio di km prima che il popo’ invochi pietà.
Quello che piu’ impressiona e’ il manubrio: te lo trovi praticamente in pancia. Vicinissimo e basso. Non ho mai provato una Hyper, ma sembrerebbe una posizione di guida simile. Gli specchietti retrovisori comunque, a differenza della prima Hyper, sono meglio studiati, e utilizzabili realmente, anche se non intuitivi da regolare. Non ho fatto la prova traffico pero’.
Comandi a portata di mano e di piede, tranne le frecce, davvero troppo in basso. Da farci l’abitudine, ok, ma scomode.
Strumentazione oltremodo compatta ma ben leggibile e molto completa, anche se manca l’indicatore benzina. Spie poco visibili.
Partiamo? Il motore si avvia lesto, con un rumore secco e prende il minimo con sicurezza, emettendo, purtroppo, un rumore troppo simile al sibilo di tante jappo e della street.
Ma il bello deve venire. La frizione e’ morbida, l’attacco graduale e senza strattoni. La prima entra secca senza clonk e il cambio in generale e’ preciso, anche se lontano dalla burrosa morbidezza cui sono abituato col PS. Ho scoperto solo a fine prova che il cambio elettronico era disattivato. Non ho comunque tentato di utilizzarlo, tranne in un paio di cambiate senza frizione, in cui le marce sono entrate al volo.
Ai regimi piu’ bassi, subito dopo il cambio marcia, si sente un rumore strano, non propriamente di ferraglia, direi piu’ un “grattar di gola” e il motore si fa ruvido. Dura un attimo, non so quale ne sia la causa.
Ad ogni modo, era la prima volta che salivo su una MV. Non senza timore. Moto famose per tanti pregi, ma non per essere amichevoli. Beh, sarà che il monocilindrico e’ un’ottima nave scuola, sarà che il settaggio ciclistico della mia PS e’ votato all’estrema agilità, ma con questa Rivale mi sono sentito a mio agio piu’ di quanto potessi immaginare. Una volta digerita la posizione di guida (basta avanzare il busto di qualche cm per vedere tutta la ruota anteriore! ) si ha a che fare con una moto leggerissima, che volta in un fazzoletto e scende in piega con una velocità davvero disarmante, quasi allarmante. Questo nello stretto, ma sul veloce trasmette una grande sicurezza, pur mantenendosi agilissima. Non ho esagerato con le pieghe, la temperatura era comunque sui 10 gradi e non volevo rischiare danni, quindi non ho mai portato la moto a situazioni limite o anche solo a frangenti che potessero far entrare in funzione il tc.
Comunque la guida di questa Rivale e’ davvero appagante.
Motore: in una parola: impressionante.
Memore della recente prova della Mt09, che mi aveva colpito per la prontezza del tre cilindri e per la facilità di guida, ero davvero curioso di confrontare il tre italiano col fenomenale giapponese. Beh, se le emozioni non contassero potrei dire che vince il Yamaha, per l’erogazione linearissima quanto veemente, ma la MV fa battere il cuore come la Yamaha nemmeno si sogna. Quando si parla di “Carettere” di una due ruote, spesso si tenta di nascondere i suoi difetti spacciandoli per caratteristiche. Beh, per descrivere il motore della Rivale non trovo altri modi: e’ pieno di carattere.
Nelle prove delle riviste di settore ho letto di ritardo di risposta dovuto al Rbw, ma non ho trovato ombra di ritardi. Nella Yamaha c’era un fastidiosissimo scalino alla minima apertura del gas, mentre sulla MV l’attacco e’ dolce e preciso; il motore inizia a tirare da 2000 giri trasmettendo lievi vibrazioni, ben lontane dalle pistonate, ma comunque sufficienti a comunicare che la moto digerisce i regimi bassissimi ma non sono i suoi preferiti. Il suono del motore fino ai 4-5000 giri e’ simile a quello di altri plurifrazionati, ma appena si raggiungono quei regimi esce un urlo dalla tonalità rauca e potente, che non puo’ non emozionare un appassionato. Mi sono trovato a chiudere e spalancare il gas solo per sentire cantare il motore. Fantastico.
E poco dopo il cambio di sound avviene anche l’inimmaginabile a livello di erogazione. Se sotto i 6000 il motore e’ bello allegro, sopra quella soglia si scatena il finimondo. In prima e seconda la ruota davanti si alza all’istante, in terza non l’ho provato con convinzione perche’ a quei regimi sei già oltre i 130 all’ora e la strada di montagna in cui ho provato la moto non consigliava certe velocità. Un cambio di passo simile, se ad alcuni puo’ far storcere il naso rispetto alla elettrica linearità della Mt09, a me ha fatto letteralmente sbavare. E piu’ prendevo confidenza piu’ facevo lo scemo. Rischioso… ma entusiasmante.
Tra l’altro ho provato le mappe sport e normal non rilevando defferenze abissali. Certo, la sport e’ ancora più impressionante, ma anche la normal non scherza. Ecco, sempre continuando il parallelo con la Mt09, in quella, dalla mappa A alla standard c’era una notevole differenza, tale da scoraggiare l’uso della mappa A su strada (quindi sempre, dato il tipo di moto).
Una cosa che mi ha stupito, e’ che nonostante si stia seduti letteralmente sopra la moto, completamente esposti, anche sopra i 100 all’ora non si sente quella pressione dell’aria da strappabraccia, che invece avevo sentito, fastidiosissima, sulla Mt09.
E se in poco piu’ di 100 metri tra un tornante e l’altro mi ritrovavo a 130 passati, dovevo anche rallentare.. compito svolto egregiamente dall’impianto “quasi” brembo e dalla forcella che lo asseconda perfettamente. Potentissimo e ben modulabile. Quasi Brembo perche’ la pompa freno e’ una Nissin assiale, di cui ignoro il diametro.
Anche il freno posteriore mi e’ sembrato potente il giusto e ben modulabile, assecondando la mia abitudine ad utilizzarlo per chiudere le traiettorie nei tornanti e nelle curve in generale. Sono riuscito a sbandierare con la ruota post arrivando ad una staccata a pelo e pinzando con entrambi i freni, altrimenti non e’ incline al bloccaggio.
Una considerazione per l’ipotetico passeggero: a parte le ben evidenti pedane dal design ricercato quanto discutibile, la porzione di sella per il secondo appare abbastanza ampia e le maniglie molto ben studiate. Se nella Brutalina si trovano due simbolici incavi, qui abbiamo due bei maniglioni saldati al telaio e celati dalle plastiche della moto.
Esiste anche un tappo dietro la sella, che a detta del venditore cela gli attacchi per un portapacchi. Chissa’.
In conclusione, questa MV vale i soldi che costa? Sì e No. Spendendo 5000 euro in meno si compra una Mt09 e il confronto e’ impietoso. La Jappo fa quasi tutte le cose che fa la Mv, con una linea piu’ sobria e una sella piu’ bassa, un’approccio iniziale piu’ friendly, fino a che non la si mette in moto. In quel “quasi” si nasconde l’essenza della Rivale..
La componentistica e le finiture in generale della Mv evidenziano subito la diversa classe rispetto a Yamaha. Il motore tanto superlativo e’ un’esperienza che la Yamaha non e’ in grado di offrire.
Anche se, fatte salve tutte queste considerazioni, la Mv rimane comunque troppo cara.
Seguono le foto.
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